Storia n.6 - ?

Era ormai passato un anno e mezzo da quando Gabriel Lear era partito per la guerra.
La nostalgia era diventata quasi un'atteggiamento dato dall'abitudine nel cuore di Elizabeth, la diletta sposa del soldato, che tuttavia non mancava di ripetersi continuamente che prima o poi sarebbe tornato, ricco di fama e di medaglie al valor militare.
Certamente la stessa speranza non ardeva nell'animo di Thomas Adam, una volta grande amico di Gabriel, che ebbe la magnifica idea di farsi rompere una gamba per evitare la partenza per la guerra, al modico prezzo dell'etichetta di vigliacco per tutta la sua vita.
Thomas si recava molto spesso dalla signora Lear, con il solo e unico intento di consolare la povera donna, e restando immancabilmente deluso dal fare assai casto di Elizabeth e dal suo aspetto non particolarmente apprezzabile.

Era una pungente sera d'autunno e Elizabeth se ne stava tranquillamente seduta accanto al fuoco a leggere un libro, quando sentì bussare alla porta. Appoggiò il libro aperto sulla poltrona, posò la tazza di the fumante sul tavolino e andò ad aprire. Prima di girare la chiave nella toppa sbirciò attraverso una finestrella accanto, facendo attenzione a non scostare troppo la pesante tenda di velluto. La finestra non dava direttamente sulla porta, ma le permise di vedere un cavallo nero legato ad una quercia. L'animale portava sotto la sella una coperta anch'essa nera con ricamato sopra uno stemma rosso. A Elizabeth venne un tuffo al cuore: conosceva fin troppo bene quel marchio. Cercò di allontanarsi il più possibile dalla porta per andare a rifugiarsi, ma fu abbastanza veloce.
-Apri la porta Elizabeth, o sarò costretto ad aprirla io! So che sei lì dentro!
La donna non ebbe altra scelta che tornare alla porta e aprire. Non appena ebbe fatto scattare la pesante serratura, si ritrovò faccia a faccia con l'uomo che più detestava al mondo, Thomas Adam.
-Che vuoi ancora, Thomas?- gli chiese con fare sprezzante. L'uomo non rispose subito, si avvicinò a lei e, quando ebbe portato i propri occhi all'altezza dei suoi parlò.
-Sono qui per parlare con te- disse, poi si fermò ancora -Si tratta di Gabriel.

Il cuore di Elizabeth ebbe un fremito piuttosto violento.
Non riceveva più sue notizie da quattro mesi, e certamente il tono di Thomas non lasciava presagire nulla di buono.
-È stato trovato, moribondo, sul campo di battaglia. Ci sono poche possibilià che si salvi...-
La signora Lear rimase per un attimo in silenzio, il tempo per pensare al suo dolore, poi scoppiò in lacrime.
In quella situazione disperata, tuttavia, giunse comunque una buona notizia: Thomas aveva deciso di partire a sua volta per la guerra, per potare sccorso al suo amico e per togliersi di dosso il disonore accumulato nel tempo.

Elizabeth versò tutte le lacrime di cui era capace. Pianse a lungo, involontariamente appoggiata alla spalla di Thomas. Quando finalmente si riprese si separò da lui bruscamente e lo guardò negli occhi.
-Fammi venire con te.

-no non puoi
-perchè? è un mio diritto vederlo !
-un campo di battaglia non è il posto più adatto per te, Elizabeth
-posso cavarmela, sono una donna forte, lo sai Thomas, mi conosci da tanto tempo
Discussero ancora per molto tempo, ma fu Thomas a cedere.
La avrebbe portata con se, ma si sarebbe fermata solo il tempo di vedere Gabriel, poi sarebbe ritornata a casa, l'unico posto in cui era veramente al sicuro in quel tempo di guerre. Durante il viaggio verso il luogo in cui si trovava il signor Lear Thomas si pentì della decisione che aveva preso, Gabriel non lo avrebbe mai capito, stava portando sua moglie, la sua amata in un posto pieno di pericoli, ma lui lo stava facendo per lei, per Elizabeth, la donna che aveva sempre amato.

Il treno correva veloce tra le dolci colline cariche di viti dalle foglie ormai rosseggianti.
Questo paesaggio felice sembrava non essere a conoscenza degli orrori che la guerra stava portando poco più avanti, appena oltre la frontiera, ma sia Elizabeth che Thomas sapevano che questa pace sarebbe durata ancora per poco.
A un certo punto il treno fece un brusca frenata.
Sbirciando dal finestrino Thomas vide che la ferrovia era stata bloccata da una baricata e che tre uomini in uniforme militare discutevano con il macchinista
-cosa sta succedendo qui?- chiese ad uno di quegli uomini
-gli austriaci hanno attaccato una nostra base...non si può passare di qui-
-ma io devo vedere mio marito che è gvemente ferito!- gridò Elizabeth improvvisamente scesa dal treno
-mi dispiace- rispose il soldato -di qui non si passa-

Thomas si affrettò a seguire Elizabeth giù dal treno. Nel frattempo anche gli altri passeggeri erano scesi e si stavano radunando sull'erba oltre i binari. Il giovane si gettò un'occhiata intorno, oltre il mare di gente, ma quello che vide non lo rassicurò affatto. Se avessero voluto continuare in qualche modo la loro strada avrebbero dovuto camminare per giorni e giorni prima di superare tutte quelle colline e per tornare a casa l'unica via d'uscita sembravano le montagne. Oppure aspettare che un treno passasse di li, ma nessuno sapeva il tempo che ci sarebbe voluto.
Sospirò e guardò la ragazza che, come lui, sembrava valutare le loro possibilità.
-Ascolta Elizabeht...- cominciò titubante.
-Non se ne parla!- rispose lei bruscamente.
-Ma se...
-No, so già cosa vuoi dire! Abbandonare tutto e tornarcene a casa, beh io non ci penso neanche! Tu fai come vuoi, io non mi muovo di qui se non per andare da Gabriel.

Come l'altra volta fu Thomas a cedere e mezz'ora dopo si trovavano in cammino verso il capezzale dell'uomo amato. La donna faticava molto e Thomas propose più volte di fermarsi, ma la sua volontà di ferro di arrivare in tempo era molto grande.
- Solo cinque minuti.. Ti prego!
- Non se ne parla, cinque minuti sono fin troppi, camminiamo lentamente, troppo lentamente!
- Non devi prendertela, siamo esseri umani enon possiamo resistere a determinati ritmi! Tra poco dovremo strisciare!

-Ti ho già detto che tu puoi fare quello che vuoi! Vuoi fermarti, fermati! Vuoi tornartene indietro, vai! Ma non costringere me a fare quello che tu....
La donna non ebbe il tempo di finire la frase perchè Thomas le aveva afferrato il polso e lo stringeva, senza accennare a lasciarlo.
-Adesso ascoltami bene, Elizabeth- disse con un tono di voce leggermente più alto del dovuto -So meglio di te cosa significa sapere che una persona amata sta soffrendo, credimi non sei nè la prima nè l'ultima ad aver provato certi sentimenti...- le ultime parole le pronunciò a voce un po' più bassa, con gli occhi fissi a terra -Quindi adesso facciamo come dico io e ci fermiamo qui per questa notte!
Detto ciò lasciò andare il polso della donna, con il presentimento che come minimo gli avrebbe tirato un pugno, ma non accadde. Elizabeth se ne stava silenziosa e sembrava stranamente attratta dalla punta delle sue scarpe. Quando alzò il capo per parlare la sua voce era fredda e dura, come se l'uomo che le stesse accanto fosse un perfetto sconosciuto.
-Come vuoi- disse solamente.

Cercarono di sistemarsi un po' per la notte, ma il posto trovato fu comunque scomodo. Thomas si addormentò presto, ma la donna anche se cercò di addormentarsi non ce la fece e si sedette su di una pietra e stette a guardare Thomas. Pensò a quello che le aveva detto e rimase a pensare tra il sonno e periodi di insonnia alternati. Thomas si svegliò presto, con sollievo di Elizabeth che era totalmente stufa di stare ferma e si incamminarono anche se non erano riusciti a trovare niente da mangiare.

Appena il cielo fu abbastanza chiaro da illuminare i loro passi, Elizabeth svegliò Thomas e lo esortò a proseguire il viaggio.
Dopo appena due ore di viaggio il paesaggio che era stato fino a quel momento profondamente tranquillo diventò spoglio, rovinato, turbato.
Laddove c'erano vasti campi coltivati di grano e mais adesso ci sono intere zone bruciate, ancora tinte del rosso del sangue dei soldati e del nero della polvere da sparo.
-Ci siamo, Gabriel, resisti ancora un attimo!- disse Elisabeth, con la voce rotta dall'emozione.

Thomas si spaventava della ansia che provava la donna perchè poteva rimanere insoddisfatta di quello che avrebbe trovato. Inoltre ora lo stomaco gli gorgogliava per il lungo tempo a digiuno e i piedi senza cibo non avrebbero più risposto ai suoi comandi. Man mano che avanzavano incominciavano a vedersi cadaveri ai lati e questi aumentavano sempre di più. Thomas incominciava ad esserne molto schifato, ma la donna continuava convinta senza vedere nulla intorno a lei. Ad un certo punto un uomo mezzo morto venne a chiedere loro dell'acqua e Elizabeth avrebbe continuato se non fosse stato per Thomas che diede quel poco d'acqua che gli era rimasto al povero soldato.

Elizabeth sembrava non accorgersi di tutta quella desolazione, aveva un unico solo pensiero nella testa che rimbombava e si faceva sempre più fastidioso in prossimità delle tende dell'accampamento britannico.
Thomas tuttavia si fermò all'improvviso, e non volle più continuare ad andare avanti.
Un violento ricordo ora gli frenava le gambe...

Gli ritornò in mente della morte di suo padre, era successo molto tempo prima ed ormai aveva rimosso il ricordo, ma questa situazione glielo aveva fatto ricordare. Suo padre aveva combattuto tempo fa una battaglia e lui era ancira piccolo, la mamma gli disse che andava a trovare il papà e che sarebbe tornata presto. Lui la seguì di nascosto per fare una sorpresa al padre, ma una brutta sorpresa fu invece per lui...

-Thomas!- gridò Elizabeth scuotendogli un braccio -Thomas!
Il giovane sembrò ridestarsi da quello che sembrava un sogno ad occhi aperti... anche se dalla sua espressione si sarebbe detto un incubo.
-Cos'hai?
-Niente- rispose Thomas, ma entrambi sapevano che non era vero. Si ritrovò a pensare al ricordo di poco prima e il dolore si impadronì ancora una volta di lui. Aveva paura di quello che avrebbero trovato in quel posto e non voleva che Elizabeth provasse un così grande dolore. Non adesso.
-Dobbiamo andarcene da qui.
-Cosa? Dopo tutta la fatica che abbiamo fatto per arrivarci! Non se ne parla!
-Ascolta Elizabeht- continuò paziente il ragazzo -tu non capisci, è meglio se... è meglio per te!
-No! Ti ho già detto che tu puoi fare quello che ti pare, io non mi muovo finchè non troverò mio marito!
Detto questo girò sui tacchi e se ne andò in fretta, lasciando Thomas solo nella desolazione di quel luogo.
-Elizabeth! Aspetta!- provò a chiamarla, ma sapeva già in partenza che ogni suo sforzo per farla tornare sarebbe stato vano.

non potendo ribattere per farla tornare indietro la seguì anche se sapeva che probabilmrente poi avrebbe dovuto consolarla. Passò un'ora e i due arrivarono nei pressi di un accampamento di tende dove si vedevano girare feriti e infermieri, ma anche morti e becchini. In così tanta disperazione Elisabeth non si scoraggiava, anzi, sembrava sempre più risoluta ad arrivare alla meta prefissata. Ad un certo punto si trovarono davanti ad un grande tendone e l'uomo disse:
- Quando l'ho lasciato era qui dentro...
- Entriamo!!
i due allora sollevarono un lembo della tenda ed entrarono in questa.

Presso la tenda di Gabriel era stato posto di guardia un giovane ufficiale, Christian Berry.
Fin da bambino era stato educato nell'arte della guerra (infatti suo padre era un grande generale), ma la sua indole gli avrebbe certamente fatto cercare un altro mestiere, visto il suo invincibile ribrezzo per il sangue e la violenza...

Questo cercava spesso di fare poco di attivo nell'esercito e quindi faceva solo quello che gli veniva imposto dall'alto. Essendo mosso da un ordine fermò i due che stavano entrare e disse:
- Mi dispiace, ma non potete assolutamente entrare in quella tenda
- Come? Ma io sono una parente del ferito- rispose Elizabeth un po' sconvolta
- Gli ordini sono ordini, dovete discuterne con il comandante...

Elizabeth dapprima parve seccata, poi un lampo di luce le attraversò il viso. Svelta frugò nelle tasche del mantello e le sue dita toccarono la carta liscia di alcune banconote.
-Ascolti...- disse piano all'uomo di guardia, facendo attenzione che nessuno oltre a lui e Thomas la sentisse -se fossimo...diciamo, disposti a pagarla?
L'uomo parve sorpreso da quella richiesta, ma ogni sua eventuale reazione fu bloccata da Thomas, che intervenne.
-Cosa hai intenzione di fare?- domandò con tono arrabbiato -abbiamo a stento i soldi per noi...!
Elizabeth lo ignorò e volse di nuovo il suo sguardo all'uomo.
-Allora?

Allora si sedette per terra, disperato per la scena che probabilmente lei avrebbe visto e lui non ce l'aveva fatta a impedirlo. Chissà il dolore della donna come si sarebbe sfogato alla vista di suo marito ridotto così. Sicuramente non l'avrebbe presa con calma, ma si sarebbe irata forse anche con lui pperchè.... bah perchè non si sà, quando si è disperati non ci sono molti perchè...
Era ancora la seduto quando in lontananza la vide ritornare e si preparò al peggio